… lettera di un papà …

Stanotte ho sognato un cancello rosso, otto gradini, una porta di vetro già aperta e poi un atrio pieno di giochi e di allegria.
Ho sognato un modulo da compilare per l’iscrizione, qualche domanda da fare e una leggera ansia solo perché è la prima volta.
Ho sognato una ragazza sconosciuta che mi è sembrato di conoscere da sempre.
E’ la maestra: con quel sorriso che ti scalda l’anima. Come il sole in estate.
Ho sognato mia figlia abbracciata alla mia gamba. Piange disperata gridando “papà non mi lasciare”.
Ho sognato di andare a lavoro con il magone e che i colleghi mi hanno detto che è normale.
Ho sognato i giorni successivi. La maestra si avvicina a mia figlia, le tende le braccia e si prendono per mano. E per tre anni quelle mani non si lasceranno più.
Ho sognato la tenerezza di un paio di scarpe con lo strappo, di un mandarino da sbucciare e di un disegno da regalare alla mamma.
Ho sognato pennelli e tempere che colorano il grembiule e la vita.
Ho sognato il profumo di una cucina genuina e la dolcezza di un bavaglino sporco di sugo dentro l’armadietto. Ho sognato canti da provare in macchina mentre si torna a casa.
Ho sognato la festa di carnevale e le recite di Natale. Con i nonni sempre pronti a fare foto con un telefonino che non sanno tanto usare. E se i balli sono scoordinati, le capriole fatte a metà, non fa niente: è bello così.
Ho sognato un virus che ce l’ha messa tutta per fermarci ma alla fine abbiamo vinto noi. Abbiamo rifondato un gruppo di genitori meraviglioso. Fondamentale per tutte le feste. Ho sognato che abbiamo riso, abbiamo discusso. Abbiamo fatto fatica, ma che insieme si sente di meno ed è stato stupendo vedere cosa abbiamo combinato. E se qualcuno ha mollato prima o non si è mai visto, non sa cosa si è perso.
Ho sognato tre anni passati in un secondo. Ho sognato la cerimonia finale al parco Montevecchio e un diploma da ritirare. Ho sognato di mettere gli occhiali così non si vede l’emozione.
Ho sognato mamme in lacrime abbracciare le maestre perché dire grazie non sarà mai abbastanza.
Ho sognato suor Lina che è stata la nostra ispiratrice. Con noi e con i bimbi. Sempre in prima linea. A guidare la gita, a ballare, a travestirsi da primitiva. Ho sognato che spesso le cose belle non durano per sempre. I ricordi invece si. Restano dentro al cuore e non andranno più via. Ho sognato di vedere mia figlia crescere troppo in fretta.
Ho sognato di provare a fermare il tempo ma non ce l’ho fatta. E’ diventata grande. A settembre inizierà un nuovo cammino in prima elementare. Ho sognato che stanotte mi sono fatto prendere dalla malinconia. Ho sognato che a pensare a questi tre anni, mi manca proprio il fiato. Mi sono svegliato di colpo, tutto sudato e con l’affanno. Per fortuna non è stato solo un sogno: è stato tutto vero.
A tutti i bimbi e i genitori che inizieranno a frequentare la scuola dell’infanzia Macchi Ricci auguro di vivere quello che abbiamo vissuto noi.
Mettetevi in gioco che quello che arriverà sarà semplicemente meraviglioso.
Con affetto.
Il papà di Vittoria.